Le affascinanti storie di quattro bottiglie affinate sott’acqua e sottoterra: in una miniera d’argento, in anfore d’argilla o in mare, su fondali che arrivano a 60 metri
Alto Adige
In Alto Adige, a oltre duemila metri, dentro la miniera d’argento di Monteneve in Val Ridanna, inattiva dal 1985, riposa un vino molto particolare. Per trovarlo
bisogna prendere un trenino, percorrere tre km e mezzo, e incunearsi nelle viscere della terra per 500 metri. Lì, nel silenzio, al buio, giace per sette anni questo Gewürztraminer in purezza dell’azienda vinicola di Termeno (Bolzano) Cantina Tramin, frutto di una vendemmia tardiva.
Si chiama Epokale per il suo essere trasversale nel tempo. Può invecchiare per decenni. Per poi restituire, stappata la bottiglia, un mix armonico di sentori tipici del vitigno aromatico e spezie quali cannella e chiodi di garofano. Ma perché affinarlo in un luogo così ricercato? «Volevamo valorizzare il potere di invecchiamento del Gewürztraminer – dice Willi Sturz, enologo e direttore tecnico di Tramin -. I vini che mettiamo in alta quota, forse anche per la bassa pressione, maturano meglio di quelli che lasciamo a valle: in alto la temperatura è più bassa e costante. Nell’ex miniera c’è un’umidità del 90% e il termometro è fisso a
11 gradi. L’ideale». A giugno sarà pronta l’annata 2012. Un gioiello, Epokale, prodotto oggi in duemila bottiglie, che in enoteca costa tra gli 80 e i 100 euro. Abbinamenti top, oltre al classico pâté di fegato, il «muas», piatto povero altoatesino a base di polenta, servito con confettura di rabarbaro, e il «kaiserschmarrn», dolce a base di omelette e marmellata.